Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La disciplina in materia di autenticazione delle firme dei votanti nelle elezioni degli organi professionali, come il Consiglio Nazionale dei Biologi, non può essere equiparata a quella prevista per le istanze e dichiarazioni sostitutive presentate alla pubblica amministrazione, richiedendo invece l'intervento di un pubblico ufficiale per garantire la trasparenza, genuinità e personalità dell'esercizio del diritto di voto, non essendo sufficiente l'autocertificazione del votante. Pertanto, la previsione normativa che consente l'autenticazione della firma del votante sulla busta contenente la scheda elettorale mediante modalità diverse dall'intervento di un pubblico ufficiale, come l'autocertificazione, è illegittima in quanto non idonea a tutelare adeguatamente i principi di correttezza e regolarità del procedimento elettorale. Il favor voti, principio cardine del diritto elettorale, trova un limite invalicabile nella necessità di assicurare la certezza dell'identità del votante e la genuinità dell'espressione del voto, attraverso rigorose modalità di controllo che solo l'autenticazione da parte di un pubblico ufficiale può garantire, non essendo l'autocertificazione uno strumento idoneo allo scopo. La disciplina di cui alla L. n. 53 del 1990, art. 14, relativa all'autenticazione delle firme da parte di determinati pubblici ufficiali, è applicabile anche alle elezioni degli organi professionali, come il Consiglio Nazionale dei Biologi, non essendo la stessa limitata ai soli procedimenti elettorali tassativamente indicati dalla norma.