Il deterioramento di un bene immobile mediante l'apposizione di una scritta indelebile, anche se di modeste dimensioni, integra il reato di danneggiamento di cui all'art. 635 c.p. e non la meno grave ipotesi di imbrattamento di cui all'art. 639 c.p., in quanto il danno arrecato risulta di difficile rimozione e ripristino. La responsabilità dell'autore può essere accertata sulla base di elementi probatori indiziari, quali l'identificazione del veicolo utilizzato per la fuga e la successiva commissione di un analogo fatto in flagranza. La mancata concessione delle attenuanti generiche non costituisce vizio di motivazione, in quanto la loro applicazione non rappresenta un diritto in assenza di elementi positivi, ma richiede il riconoscimento di specifici fattori meritevoli di apprezzamento, che non possono essere ravvisati nella mera eccentricità o predilezione per l'arte anagrammatica dell'imputato. La determinazione della pena, anche in continuazione, risulta adeguatamente motivata in base ai criteri normativamente previsti, così come il diniego delle attenuanti in considerazione dei precedenti penali dell'imputato.