Cassazione penale Sez. II sentenza n. 16390 del 29 aprile 2021

ECLI:IT:CASS:2021:16390PEN

Massima

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Il possesso di un bene provento di furto, utilizzato per un periodo di tempo significativo attraverso una SIM telefonica intestata all'imputato, integra il reato di ricettazione, anche in assenza di una prova diretta dell'origine illecita del bene, qualora l'imputato non fornisca alcuna giustificazione plausibile in merito alla disponibilità del bene. Il mero utilizzo occasionale del bene da parte di un terzo soggetto non è sufficiente a scagionare l'imputato, essendo necessario che lo stesso dimostri di non essere a conoscenza della provenienza illecita del bene e di non aver agito con la volontà di occultarne la provenienza. La contestazione di imputazioni alternative nel decreto che dispone il giudizio non determina nullità dello stesso, purché l'imputato sia posto nelle condizioni di difendersi in relazione a condotte di fatto che gli sono state compiutamente indicate, spettando al giudice la qualificazione giuridica della condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. BORSELLINO Maria D. - rel. Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppe A. R. - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. SARACO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 9 settembre 2019 della CORTE DI APPELLO di Messina;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BORSELLINO MARIA DANIELA;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale FODARONI M. Giuseppina che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
Letta la nota con cui l'avv. (OMISSIS) ha insistito nei motivi di r…

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