Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'imputato ha il diritto di appellare contro le sentenze di proscioglimento relative a reati diversi dalle contravvenzioni punite con la sola ammenda o con pena alternativa, in conformità con la pronuncia di illegittimità costituzionale della Legge 20 febbraio 2006, art. 1, che aveva escluso tale facoltà. Il giudice di legittimità, in presenza di un ricorso per cassazione avverso una sentenza di proscioglimento, deve convertire il ricorso in appello e disporre la trasmissione degli atti al giudice di secondo grado competente, al fine di garantire all'imputato il diritto di impugnazione previsto dalla Costituzione e dalla normativa vigente. Tale principio si fonda sulla tutela del diritto di difesa e del giusto processo, principi cardine dell'ordinamento giuridico, che impongono di assicurare all'imputato la possibilità di sottoporre a riesame le decisioni di proscioglimento, al fine di verificarne la correttezza e la legittimità. La pronuncia di illegittimità costituzionale della norma che limitava tale facoltà di impugnazione rappresenta un importante presidio a garanzia dei diritti fondamentali dell'imputato nel processo penale.