Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41087 del 4 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:41087PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'articolo 572 del codice penale si configura quando la condotta del soggetto attivo, caratterizzata da una pluralità di atti di violenza fisica e morale, cagiona uno stato di sofferenza e di soggezione della persona offesa, tale da lederne gravemente l'integrità fisica e morale. Ai fini della sussistenza del reato, è necessario che le condotte vessatorie siano reiterate nel tempo e idonee a creare nella vittima una situazione di assoggettamento e di timore, anche in assenza di lesioni gravi o gravissime. Tuttavia, ove i reati di lesioni personali e di sequestro di persona siano commessi nell'ambito della condotta di maltrattamenti e siano ad essa funzionali, non è configurabile l'aggravante del nesso teleologico di cui all'articolo 61, numero 2, del codice penale, in quanto tali reati concorrono con il più ampio reato di maltrattamenti senza poter essere considerati come mezzi per la sua realizzazione. La valutazione della credibilità della persona offesa e dell'attendibilità del suo racconto, anche in presenza di eventuali contraddizioni o ritardi nella denuncia, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale deve motivare adeguatamente le ragioni che lo hanno indotto a ritenere attendibile la vittima, avendo riguardo a tutti gli elementi di prova acquisiti. Infine, la pena per il reato di maltrattamenti in famiglia deve essere commisurata alla gravità della condotta, tenendo conto della reiterazione degli atti di violenza, dello stato di soggezione della vittima e dei precedenti penali dell'imputato, senza che assuma rilievo determinante il mero degrado sociale e morale in cui sono maturate le condotte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1881/2011 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 27/02/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/06/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. BENEDETTO PATERNO' RADDUSA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

udito il difensore avv. (Ndr: testo originale non comprensibile) in sostituzione de…

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