Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22267 del 11 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:22267PEN

Massima

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Il reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale di cui agli artt. 110 e 336 c.p. richiede, quale requisito essenziale, che la condotta violenta o minacciosa dell'agente sia finalizzata all'omissione o alla costrizione di un atto di ufficio del pubblico ufficiale. Tale requisito non sussiste quando il pubblico ufficiale, anziché compiere l'atto di ufficio previsto (come l'elevazione di una contravvenzione), si limiti a un invito informale al cittadino, suscitando una reazione consistente in espressioni irriguardose ma non idonee a coartare la sua libertà di azione. In tali casi, il fatto non integra gli estremi del reato contestato e deve essere pertanto dichiarato il non luogo a procedere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio S. - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesc - rel. Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AR. AN. , N. IL (OMESSO);

2) A. A. , N. IL (OMESSO);

3) AR. RO. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1163/2007 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 11/06/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/05/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO PAOLO GRAMENDOLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SELVAGGI E., che ha conclu…

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