Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudicato amministrativo non preclude all'amministrazione di adottare nuovi provvedimenti, anche in contrasto con la situazione giuridica precedente, purché nel rispetto delle statuizioni di natura conformativa derivanti dall'impianto motivazionale del giudicato stesso. L'amministrazione può infatti esercitare nuovamente il proprio potere discrezionale, imponendo un assetto di interessi ritenuto più congruo per la cura dell'interesse pubblico, salvo il rispetto dei limiti derivanti dal giudicato. Pertanto, la sentenza del Consiglio di Stato n. 1610/2018, che ha annullato in parte i provvedimenti di autotutela adottati dall'amministrazione, non comporta necessariamente la perdurante efficacia e validità del contratto originario, potendo l'amministrazione far valere ulteriori cause di risoluzione del rapporto contrattuale, al di fuori di quanto scrutinato nel precedente giudizio. Inoltre, l'amministrazione può legittimamente indire una nuova gara d'appalto per l'affidamento di un servizio, anche se lo stesso era già oggetto di un precedente contratto di concessione, purché nel rispetto dei limiti derivanti dal giudicato.