Il sequestro probatorio di beni può essere legittimamente disposto dal pubblico ministero e convalidato dal giudice del riesame anche in assenza di un accertamento definitivo del fatto reato, essendo sufficiente che la commissione del reato risulti ragionevolmente probabile sulla base di specifici elementi indiziari, quali la carenza di documentazione idonea a giustificare la legittima provenienza dei beni sequestrati. In tema di sequestro probatorio, il sindacato del giudice del riesame è limitato alla verifica dell'astratta possibilità di sussumere il fatto in una determinata ipotesi di reato e dell'esistenza di una relazione di immediatezza fra gli oggetti sequestrati e l'illecito penale ipotizzato, senza che sia necessario un accertamento della concreta fondatezza dell'accusa. L'obbligo di motivazione che incombe sul pubblico ministero ai sensi dell'art. 355 c.p.p. è limitato ai presupposti del vincolo, con la specificazione della relativa ipotesi normativa, senza che sia richiesta una motivazione approfondita in ordine alla sussistenza del fumus del reato e delle esigenze probatorie.