Il sequestro preventivo di beni mobili e immobili può essere disposto dal giudice, su richiesta del pubblico ministero, quando sussistono gravi indizi di appartenenza del soggetto ad un'associazione di tipo mafioso e vi è il pericolo concreto che i beni possano essere dispersi o alienati. Tuttavia, il terzo estraneo all'indagine, che vanti un diritto di proprietà o di possesso sui beni sequestrati, può impugnare il provvedimento di sequestro dimostrando la legittima provenienza e la proporzionalità dei beni rispetto al proprio reddito o alle proprie attività economiche. In tal caso, il giudice è tenuto a motivare adeguatamente il provvedimento, indicando le ragioni per le quali ritiene sussistenti i presupposti di legge per il sequestro, anche in relazione alla sproporzione tra il valore dei beni e la capacità reddituale del soggetto. Il terzo estraneo all'indagine, per proporre ricorso per cassazione avverso il provvedimento di sequestro, deve essere munito di procura speciale, non essendo sufficiente la semplice nomina del difensore ai sensi dell'art. 96 c.p.p.