Cassazione penale Sez. II sentenza n. 46808 del 4 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:46808PEN

Massima

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Il tentativo di estorsione si configura quando la minaccia, valutata in relazione alle concrete circostanze oggettive e soggettive, risulta idonea a incutere timore e a coartare la volontà della persona offesa, a prescindere dalla effettiva intimidazione di quest'ultima. La minaccia può assumere qualsiasi forma, purché sia comunque in grado di condizionare l'autonomia decisionale del soggetto passivo, senza che rilevi che l'autore del reato si trovi o meno nel luogo in cui la minaccia è stata proferita. Inoltre, il reato di tentata estorsione non può essere riqualificato come esercizio arbitrario delle proprie ragioni quando l'imputato, a fronte della rinuncia al mandato, pretenda la restituzione di una somma superiore all'acconto versato, in quanto tale condotta è espressione di un intento punitivo e non di una legittima pretesa. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato e della qualificazione giuridica del fatto rientra nell'ambito del giudizio di merito, insindacabile in sede di legittimità salvo vizi di manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pa. Ni. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Ancona, sezione penale, in data 14.1.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dott. DAVIGO Piercamillo;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. BUA Francesco, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

Osserva:

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sen…

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