Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La responsabilità penale per omicidio colposo non può essere affermata in assenza di una precisa e puntuale dimostrazione del nesso causale tra la condotta negligente, imprudente o imperita dell'imputato e l'evento lesivo verificatosi. Ove il giudice di merito ritenga che tale nesso causale non sia stato adeguatamente provato, anche in presenza di consulenze tecniche e testimonianze che sembrerebbero indicare una responsabilità dell'imputato, egli deve pronunciare sentenza di assoluzione per insussistenza del fatto. La mancata individuazione del momento esatto in cui si è verificato il pregresso indebolimento della barriera di contenimento, rispetto al momento dell'incidente, costituisce un elemento ostativo alla affermazione della responsabilità penale dell'imputato, in quanto impedisce di stabilire con certezza il nesso di causalità tra la sua condotta e l'evento lesivo. Inoltre, la valutazione delle risultanze istruttorie, ivi comprese le consulenze tecniche, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale può disattendere anche le conclusioni peritali qualora ritenga che le stesse non siano pienamente convincenti o esaustive ai fini della dimostrazione della responsabilità dell'imputato. La pronuncia di assoluzione per insussistenza del fatto, pertanto, non può essere censurata in sede di legittimità, ove sia sorretta da una motivazione adeguata e logicamente coerente.