Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23088 del 12 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:23088PEN

Massima

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Il reato di diffamazione aggravata si configura quando l'agente attribuisce intenzionalmente a una persona un fatto determinato, idoneo a lederne la reputazione, comunicandolo a più soggetti, anche se non necessariamente nello stesso contesto, senza che ricorrano le scriminanti della verità del fatto o dell'esercizio di un diritto o di un dovere. La comunicazione a più persone, anche se non contestuale, integra il requisito della diffusione della notizia, essenziale per la configurabilità del reato, a prescindere dalla consapevolezza dell'innocenza della persona calunniata e dalla sussistenza di un interesse legittimo alla divulgazione. La scriminante dell'esercizio di un diritto o di un dovere non può essere invocata per giustificare la divulgazione di un fatto lesivo della reputazione altrui a una pluralità di soggetti, quando sarebbe stato sufficiente una comunicazione riservata al diretto interessato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giaco - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 27/05/2010 del Tribunale di Roma;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Paolo Oldi;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale GAETA Pietro, che ha concluso chiedendo declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con s…

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