Consiglio di Stato sentenza n. 2683 del 2016

ECLI:IT:CDS:2016:2683SENT

Massima

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Il provvedimento interdittivo antimafia può essere legittimamente adottato dal Prefetto sulla base di elementi indiziari, anche non penalmente rilevanti, che lascino desumere, secondo il principio del "più probabile che non", il tentativo di infiltrazione o di condizionamento della criminalità organizzata sull'attività dell'impresa. A tal fine, rilevano non solo le condanne penali per reati-spia, come l'estorsione, ma anche altri elementi di fatto, quali i rapporti di parentela e convivenza con soggetti affiliati o contigui ad associazioni mafiose, le modalità estorsive nell'esercizio dell'attività d'impresa, i cambiamenti repentini nella compagine societaria e negli organi di gestione, nonché qualsiasi provvedimento giurisdizionale, anche non definitivo, che evidenzi il condizionamento mafioso dell'attività imprenditoriale. Il giudizio del Prefetto, espressione di ampia discrezionalità tecnica, è sindacabile in sede giurisdizionale solo per manifesta illogicità, irragionevolezza o travisamento dei fatti, senza che il giudice possa sostituire la propria valutazione a quella dell'Amministrazione. La misura interdittiva antimafia, infatti, non presuppone la prova certa dell'infiltrazione mafiosa, ma solo la sua concreta verosimiglianza, secondo un giudizio prognostico basato su un complesso di elementi indiziari, anche di natura penale, che depongano per il rischio di condizionamento dell'impresa da parte della criminalità organizzata.

Sentenza completa

N. 00938/2016
REG.RIC.

N. 02683/2016REG.PROV.COLL.

N. 00938/2016 REG.RIC.

N. 00957/2016 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 938 del 2016, proposto dal Ministero dell'Interno, dall’U.T.G. - Prefettura di Crotone, dalla Autorità Portuale di ((omissis)), in persona dei rispettivi legali rappresentanti
pro tempore
, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, presso i cui uffici in Roma, via dei Portoghesi, n. 12, sono domiciliati per legge;

contro

la -OMISSIS-, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dall'avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Tacito, n. 41;

sul ricorso numero di registro generale 957 del 201…

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