Il permesso di costruire rilasciato dall'amministrazione comunale conserva la sua efficacia anche oltre il termine ordinario di tre anni dall'inizio dei lavori, qualora il ritardo nel completamento dell'opera sia dovuto a cause di forza maggiore, come la pandemia da COVID-19 e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento dei materiali edili e di rialzo dei prezzi, che hanno determinato l'impossibilità oggettiva di concludere i lavori entro il termine originariamente previsto. In tali casi, il titolare del permesso di costruire può legittimamente richiedere la proroga del termine di efficacia del titolo edilizio, anche dopo la scadenza dello stesso, senza che l'amministrazione possa negare tale proroga sulla base del mero decorso del termine ordinario, dovendo invece valutare la sussistenza delle circostanze eccezionali che hanno impedito il completamento dei lavori entro il termine originario. La proroga del permesso di costruire in presenza di cause di forza maggiore, come la pandemia, rappresenta un principio di diritto volto a garantire il diritto del privato di portare a termine l'intervento edilizio autorizzato, tutelando l'affidamento ingenerato dal rilascio del titolo e contemperando le esigenze di celerità dell'azione amministrativa con quelle di tutela del legittimo affidamento del privato, in un'ottica di bilanciamento degli interessi pubblici e privati coinvolti. Tale principio si applica anche ai casi in cui il titolo edilizio risulti scaduto al momento della richiesta di proroga, purché i lavori siano stati avviati entro il termine originario e la richiesta di proroga sia presentata in un lasso di tempo ragionevole, tenuto conto delle circostanze eccezionali che hanno impedito il completamento dell'opera.