Il giudice è tenuto a pronunciarsi sulla convalida dell'arresto in flagranza, anche in caso di mancata presentazione dell'imputato all'udienza, fermo restando la successiva trasformazione del rito ai sensi dell'articolo 452 del codice di procedura penale. La mancata presentazione dell'imputato all'udienza di convalida non costituisce impedimento alla prosecuzione del giudizio e alla convalida del provvedimento di arresto in flagranza, in quanto il giudice opera un controllo sulla legittimità dell'arresto che prescinde dall'adozione della misura cautelare e dalla scelta del rito. Pertanto, il giudice è tenuto a pronunciarsi sulla convalida dell'arresto, impregiudicata la successiva trasformazione del rito, al fine di verificare la legittimità del provvedimento restrittivo della libertà personale adottato dalle forze di polizia. Tale principio, affermato dalla giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, mira a garantire il rispetto delle garanzie procedurali a tutela della libertà personale dell'imputato, anche in caso di sua mancata comparizione, assicurando il controllo giurisdizionale sull'operato degli organi inquirenti e l'effettività del diritto di difesa. La mancata pronuncia sulla convalida dell'arresto, pertanto, determina l'annullamento del provvedimento impugnato con rinvio al giudice di merito per il doveroso compimento di tale adempimento, a prescindere dalla successiva scelta del rito applicabile.