Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 37768 del 3 agosto 2018

ECLI:IT:CASS:2018:37768PEN

Massima

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Il reato di peculato si configura quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio utilizza o si appropria di denaro o altri beni pubblici per finalità esclusivamente private ed estranee ai suoi compiti istituzionali, in assenza di qualsiasi motivazione o documentazione che giustifichi tale destinazione. Diversamente, qualora l'utilizzo di denaro pubblico per finalità diverse da quelle previste avvenga in violazione delle regole contabili, pur essendo funzionale anche alla realizzazione di interessi pubblici obiettivamente esistenti, il fatto integra il reato di abuso d'ufficio. Pertanto, il peculato ricorre solo quando l'appropriazione del denaro pubblico da parte del soggetto qualificato sia priva di qualsiasi collegamento con i suoi doveri d'ufficio, mentre l'abuso d'ufficio sussiste quando, pur essendovi una destinazione impropria delle risorse pubbliche, permanga un nesso, ancorché distorto, con le finalità istituzionali dell'ente. La distinzione tra le due fattispecie delittuose si fonda sulla valutazione della finalità concreta perseguita dall'agente, dovendo il peculato essere escluso ogniqualvolta emerga un seppur minimo collegamento tra l'utilizzo del denaro e i compiti istituzionali del soggetto agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VILLONI Orlando - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - rel. Consigliere

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/03/2017 della CORTE d'APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Andrea Tronci;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sost. Dott. GAETA Pietro, che ha concluso chiedendo la declaratoria d'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglim…

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