Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35196 del 28 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:35196PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, pur incidendo sulla libertà individuale, può essere legittimamente disposto dal giudice competente quando sussistano gravi indizi di colpevolezza e concreti e specifici elementi che giustifichino il pericolo di reiterazione del reato o di fuga dell'indagato. Tuttavia, il giudice è tenuto a valutare con particolare attenzione la proporzionalità e l'adeguatezza della misura, privilegiando, ove possibile, misure meno afflittive della libertà personale, come gli arresti domiciliari, che consentano comunque di salvaguardare le esigenze cautelari. In tal caso, la sostituzione della misura più grave con una meno afflittiva, su richiesta dell'indagato, comporta la cessazione dell'interesse a proseguire il gravame avverso il provvedimento originario, determinando l'inammissibilità del relativo ricorso per sopravvenuta carenza di interesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) D'. PI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 128/2011 TRIB. LIBERTA' di VENEZIA, del 09/02/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

sentite le conclusioni del PG Dott. S. Spinaci che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

D'. PI. , gia' ricorrente avverso l'ordinanza 9-2-2011 con la quale il…

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