Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30358 del 18 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:30358PEN

Massima

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Il giudice per le indagini preliminari può qualificare giuridicamente in modo diverso il fatto dedotto nella richiesta di applicazione di misura cautelare da parte del pubblico ministero, senza tuttavia alterare il fatto stesso nella sua dimensione naturalistica, in quanto la titolarità esclusiva dell'azione penale spetta istituzionalmente alla pubblica accusa. Tale diversa qualificazione giuridica operata dal giudice è legittima e non pregiudica il diritto di difesa dell'indagato, a meno che non comporti una modifica sostanziale del fatto oggetto della richiesta cautelare tale da impedire all'indagato di predisporre adeguatamente la propria difesa. Pertanto, il giudice del riesame, investito dell'appello dell'indagato sottoposto a misura cautelare, può ritenere legittima la diversa qualificazione giuridica del fatto operata dal giudice per le indagini preliminari, purché tale diversa qualificazione non abbia alterato il fatto nelle sue componenti soggettive e oggettive e non abbia pregiudicato concretamente il diritto di difesa dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLIVA Bruno - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. AGRO' ((omissis)) - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

BA. La., nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Milano 14 settembre 2007;

Sentita la relazione svolta dal Cons. Dott. S. F. MANNINO;

Sentita la requisitoria del PROCURATORE GENERALE, in persona del Dr. CONSOLO Santi, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

Osserva:

IN FATTO E DIRITTO

Con ordinanza del 14 settembre 2007 il Tribun…

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