Cassazione penale Sez. III sentenza n. 7279 del 15 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:7279PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le dichiarazioni della persona offesa, specie se unica fonte di prova a sostegno dell'accusa, impongono una rigorosa verifica, corredata da adeguata motivazione, circa la credibilità soggettiva del dichiarante e l'attendibilità intrinseca del suo racconto. Tale verifica deve essere più penetrante e severa rispetto a quella cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone. Tuttavia, ove i giudici di merito abbiano proceduto a tale verifica in modo congruo e logico, valorizzando tutti gli elementi di riscontro emersi, la motivazione non è censurabile in sede di legittimità, essendo preclusa la rilettura degli elementi di fatto e l'autonoma adozione di nuovi parametri di valutazione. Inoltre, il fatto che la persona offesa abbia in passato mosso accuse rivelatesi infondate non comporta necessariamente l'inattendibilità delle sue dichiarazioni, ove queste siano sorrette da plurimi elementi di conferma.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. RAMACCI Luca - Presidente

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. GAI Emanuela - Consigliere

Dott. MENGONI Enri - Rel. Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 2/3/2017 della Corte di appello di Torino; visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
sentita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udite le conclusioni del difensore del ricorrente, Avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'Avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l&…

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