Cassazione penale Sez. II sentenza n. 49949 del 18 dicembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:49949PEN

Massima

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Il dolo di ricettazione può essere desunto anche da elementi indiretti, come il comportamento dell'imputato che dimostri la consapevolezza della provenienza illecita del bene ricettato, ovvero dalla mancata o non attendibile indicazione della provenienza dello stesso, rivelando la volontà di occultamento e l'acquisto in mala fede. Pertanto, la derubricazione del fatto da ricettazione a incauto acquisto è incoerente e contrastante con la consolidata giurisprudenza di legittimità, qualora l'imputato abbia espressamente dichiarato di non voler indicare il nome della persona da cui ha ricevuto il bene di provenienza delittuosa, essendo evidente che tale condotta si configura come necessaria conseguenza di un acquisto illecito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. DI MARZIO F. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CAGLIARI;
nei confronti di:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 166/2014 GIP TRIB. MINORENNI di CAGLIARI, del 19/01/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FABRIZIO DI MARZIO;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. PINELLI Mario sull'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata il gip Tribunale Minor…

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