Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16448 del 20 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:16448PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di merito, nel pronunciare una sentenza di condanna, deve escludere con certezza ogni ipotesi alternativa dotata di razionalità e plausibilità, non potendo basarsi su ricostruzioni meramente ipotetiche o congetturali. Pertanto, il vizio di motivazione denunciato in sede di legittimità deve essere supportato dalla puntuale indicazione di elementi sostenibili, ricavati dagli atti processuali, idonei a destrutturare l'impianto argomentativo della decisione impugnata. Inoltre, ai fini della verifica del rispetto del principio di correlazione tra imputazione e sentenza, di cui all'art. 521 c.p.p., è sufficiente che l'imputazione contenga la puntuale indicazione del fatto di reato dolosamente ascritto all'imputato, anche se diverso da quello originariamente contestato, purché vi sia continuità tra l'accusa rivelatasi calunniosa e la condotta giudicata nel processo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Frances - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1534/2012 CORTE APPELLO di BARI, del 11/04/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. BENEDETTO PATERNO' RADDUSA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GERACI Vincenzo che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS) che si riporta alle conclusioni.

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