Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43808 del 25 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:43808PEN

Massima

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Il tentativo di reato, pur costituendo ipotesi autonoma rispetto al corrispondente delitto consumato, non è escluso dall'applicazione dell'indulto qualora la legge preveda espressamente il divieto di concessione del beneficio per il reato consumato, in quanto il fulcro della disposizione normativa non è il tipo di reato, bensì l'applicabilità di una specifica aggravante. Pertanto, il divieto di applicazione dell'indulto si estende anche ai delitti tentati per i quali sia stata contestata l'aggravante di cui al D.L. n. 152 del 1991, art. 7, convertito nella L. n. 203 del 1991, in quanto tale previsione normativa mira a escludere il condono per tutte le fattispecie delittuose, a prescindere dalla loro consumazione o dal tentativo, alle quali acceda la suddetta circostanza aggravante. Tale interpretazione, fondata sul criterio letterale e sulla ratio legis della disposizione, risulta coerente con il principio di uguaglianza e di parità di trattamento, in quanto evita disparità di trattamento tra delitti consumati e tentati in relazione all'applicabilità dell'indulto. Inoltre, l'esclusione del beneficio per i delitti tentati aggravati si pone in linea con la finalità general-preventiva della norma, volta a sottrarre dalla concessione dell'indulto le fattispecie delittuose di maggiore allarme sociale. Pertanto, il giudice della esecuzione, chiamato a pronunciarsi sull'applicabilità dell'indulto, deve negare il beneficio anche per i delitti tentati aggravati ai sensi del citato D.L. n. 152 del 1991, art. 7, convertito nella L. n. 203 del 1991, in quanto il divieto di concessione del condono non si limita ai soli reati consumati, ma si estende a tutte le ipotesi delittuose per le quali sia stata riconosciuta la predetta circostanza aggravante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. NU. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 164/2010 CORTE APPELLO di CATANIA, del 06/04/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, Dott. ((omissis)), sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso questa Corte suprema, il quale ha concluso per la _nammissibilità' del ricorso e per la condanna del ricorrente alle spese del procedimento.

RILEVA IN FATTO

1. - Con…

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