Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10204 del 15 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:10204PEN

Massima

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Il possesso di un bene di provenienza illecita, in assenza di plausibili spiegazioni da parte dell'imputato, è sufficiente a integrare l'elemento soggettivo del reato di ricettazione, senza che sia necessaria la prova della conoscenza dettagliata delle circostanze del reato presupposto. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nel valutare la sussistenza delle circostanze attenuanti, il cui mancato riconoscimento è sindacabile in sede di legittimità solo in presenza di una motivazione manifestamente illogica o carente. L'onere di provare la buona fede nell'acquisto del bene ricettato grava sull'imputato, non sul pubblico ministero, il quale può desumere la consapevolezza della provenienza illecita da qualsiasi elemento indiretto o indizio giuridicamente apprezzabile, ivi compreso il comportamento dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difesa di Am. Ma. (nato il (OMESSO));

avverso la sentenza della Corte d'appello di Reggio Calabria, in data 23.01.2009;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. TADDEI Margherita;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale Dott. PASSACANTANDO Guglielmo, il quale ha concluso chiedendo la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Con sentenza del 08.11.2006, il Tribun…

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