Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17116 del 3 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:17116PEN

Massima

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Il giudice per le indagini preliminari, nel disporre una misura cautelare, deve motivare adeguatamente l'esistenza di gravi indizi di colpevolezza e la sussistenza delle esigenze cautelari in relazione a ciascun indagato, senza potersi limitare ad un mero richiamo o riproduzione acritica dell'informativa di polizia giudiziaria o della richiesta del pubblico ministero. Il tribunale del riesame, nel valutare la legittimità del provvedimento cautelare, non può integrare la motivazione carente, ma deve annullare l'ordinanza quando questa non contenga una specifica e individualizzata valutazione degli elementi a carico di ciascun indagato e delle esigenze cautelari, anche con riferimento all'attualità dei fatti e alle condotte successive all'informativa di polizia. La motivazione "per relationem" è ammissibile solo se il giudice dimostra di aver preso cognizione del contenuto sostanziale delle ragioni del provvedimento richiamato e di averle ritenute coerenti con la propria decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, nel procedimento nei confronti di:

Mi. Gi. , nato a (OMESSO);

Avverso l'ordinanza n. 996/2010 del Tribunale del Riesame di Bari, del 28.6.2010;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. CERVADORO Mirella;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, nella persona del Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso chiedendo l'…

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