Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1375 del 15 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:1375PEN

Massima

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Il giudice di pace, nel valutare la prova testimoniale a sostegno di un'imputazione per reati di ingiurie e minacce, deve fornire una motivazione adeguata e logica, spiegando in particolare il contesto in cui sono state pronunciate le frasi ritenute offensive o minacciose. Pur essendo la motivazione del giudice di pace talvolta stringata, essa non può dirsi inesistente o manifestamente illogica laddove abbia dato credito alle dichiarazioni delle persone offese e dei testimoni, a meno che non emergano gravi incongruenze o lacune tali da inficiare la ricostruzione dei fatti. Tuttavia, quando la frase ritenuta minacciosa risulti generica e vaga, senza che il giudice ne abbia chiarito il significato e il contesto, la motivazione deve ritenersi insufficiente e la sentenza deve essere annullata limitatamente a tale capo di imputazione, con rinvio al giudice di pace per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) GU. AN. RI., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 19/02/2008 GIUDICE DI PACE di NERETO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. FEDERICO RAFFAELLO;

Udito il Procuratore Generale presso questa Corte in persona del Dott. DI POPOLO Angelo, che ha concluso chiedendo che il ricorso venga dichiarato inammissibile.

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