L'iscrizione di un'impresa nel registro provinciale delle imprese esercenti attività di recupero rifiuti non pericolosi, ai sensi dell'art. 216, comma 3, del d.lgs. n. 152/2006, è subordinata alla sussistenza di un titolo giuridico di disponibilità dello stabilimento in cui i rifiuti sono destinati ad essere trattati, non essendo sufficiente la mera indicazione di uno stabilimento di fatto nella dichiarazione di inizio attività. Il venir meno di tale presupposto legittimante l'iscrizione, accertato d'ufficio dall'amministrazione competente, comporta la cancellazione dell'impresa dal registro e il conseguente divieto di prosecuzione dell'attività, senza che l'amministrazione debba valutare ulteriori elementi come la rilevanza delle sopravvenienze, la consistenza degli interessi in gioco o l'affidamento maturato dall'impresa, trattandosi di un potere vincolato. Né rilevano, ai fini della legittimità del provvedimento di cancellazione, eventuali ragioni di natura civilistica relative alla mancanza del titolo di disponibilità, come la pendenza di un giudizio di usucapione o la mancata conclusione di un concordato fallimentare, essendo tali questioni estranee alla competenza dell'amministrazione in sede di verifica dei presupposti per l'iscrizione nel registro.