Consiglio di Stato sentenza n. 1960 del 2019

ECLI:IT:CDS:2019:1960SENT

Massima

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Il rilascio della concessione o dell'autorizzazione in sanatoria per opere edilizie eseguite su aree sottoposte a vincolo è subordinato al previo parere favorevole delle amministrazioni preposte alla tutela del vincolo stesso. Pertanto, l'annullamento del parere negativo reso dalla Soprintendenza non consente comunque il conseguimento del condono edilizio qualora l'opera abusiva non rientri nelle tipologie di illecito sanabili per gli immobili soggetti a vincolo, ovvero sia stata realizzata in violazione di vincoli preesistenti all'abuso, quali quelli paesaggistici, idrogeologici, archeologici o ambientali, oppure risulti in contrasto con la disciplina urbanistica vigente. Inoltre, gli interventi edilizi ammissibili per il condono sono limitati a quelli di minore rilevanza, come restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria, mentre non sono condonabili le opere di nuova costruzione o di ristrutturazione radicale, anche qualora il manufatto abusivo preesistesse all'acquisto del terreno da parte del privato. Infine, la presentazione di una successiva istanza di rettifica della destinazione d'uso indicata nella domanda di condono originaria non può incidere sulla valutazione della sussistenza dei presupposti per l'ottenimento del titolo edilizio in sanatoria, in quanto configura una modifica sostanziale della domanda, tardiva e non corrispondente al vero.

Sentenza completa

Pubblicato il 25/03/2019

N. 01960/2019REG.PROV.COLL.

N. 01195/2016 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1195 del 2016, proposto da
((omissis)), rappresentata e difesa dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via ((omissis)).7;

contro

Ministero per i Beni e ((omissis))' Culturali, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda Quater) n. 09025/2015 del 6 luglio 2015, resa tra le parti.

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

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