Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 5347 del 10 febbraio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:5347PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che abusa delle informazioni riservate acquisite per ragioni di ufficio, intrattenendo rapporti con esponenti di organizzazioni criminali e compiendo atti di favoreggiamento personale a loro favore, commette gravi e prolungate violazioni dei propri doveri di fedeltà, imparzialità e riservatezza, tali da giustificare l'applicazione della massima durata della misura cautelare interdittiva della sospensione dall'ufficio. Tale provvedimento cautelare, infatti, si rende necessario per favorire una piena revisione delle condotte illecite poste in essere e recidere i legami criminali instaurati, a tutela del corretto e imparziale esercizio della funzione pubblica. Il giudice di legittimità, in sede di impugnazione, non può riesaminare il merito della valutazione degli elementi indiziari e delle esigenze cautelari, ma può solo verificare la logicità e la coerenza della motivazione del provvedimento, senza poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI SALVO Emanuele - Presidente

Dott. TORNESI Daniela Rita - Consigliere

Dott. BELLINI Ugo - rel. Consigliere

Dott. DAWAN Daniela - Consigliere

Dott. PICARDI Francesca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 05/09/2019 del TRIB. LIBERTA' di CATANIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. UGO BELLINI;
sentite le conclusioni del PG Dott. PEDICINI Ettore, il quale conclude per l'inammissibilita' del ricorso.
nessun difensore e' presente.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Catania in sede di riesame cautelare, a seguito di rinvio da annullamento di precedente ordinanza da parte del giudice di legittimita…

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