Il vincolo urbanistico imposto dallo strumento di pianificazione territoriale non ha sempre carattere espropriativo, ma può configurarsi come vincolo conformativo della proprietà privata, finalizzato al perseguimento di obiettivi di interesse generale, come la tutela di aree a verde attrezzato, parchi o giardini connessi ad attività ricreative e di svago. In tali ipotesi, il vincolo non è soggetto alla scadenza quinquennale prevista per i vincoli espropriativi, ma consente l'intervento edilizio da parte del privato, previa convenzione con l'amministrazione comunale che stabilisca i criteri di gestione sociale dell'attrezzatura. La distinzione tra vincoli espropriativi e vincoli conformativi della proprietà privata trova il suo fondamento nell'art. 42 della Costituzione, che prevede separatamente l'espropriazione (terzo comma) e i limiti che la legge può imporre alla proprietà al fine di assicurarne la funzione sociale (secondo comma). Pertanto, il vincolo urbanistico che regola la proprietà privata al perseguimento di obiettivi di interesse generale, come la destinazione a verde attrezzato, parco o giardino, non può essere qualificato come vincolo espropriativo, soggetto alla scadenza quinquennale, ma costituisce un vincolo conformativo della proprietà, che consente l'intervento edilizio da parte del privato, previa convenzione con l'amministrazione comunale.