Il ricorso per cassazione è inammissibile qualora sia privo della sottoscrizione autografa dell'imputato o della relativa autenticazione da parte del difensore iscritto all'albo, in quanto tali requisiti formali sono essenziali per la validità dell'impugnazione. Il mancato rispetto di tali formalità, previste a pena di inammissibilità dall'art. 583 c.p.p., comma 3, determina l'impossibilità di esaminare nel merito le censure proposte, anche quando il ricorso sia stato spedito a mezzo del servizio postale. Inoltre, il decorso del termine di quarantacinque giorni per proporre l'impugnazione, di cui all'art. 585 c.p.p., comma 1, lett. c), preclude la possibilità di presentare un nuovo ricorso, in quanto il termine è perentorio e la sua inosservanza comporta l'inammissibilità dell'atto. In tali casi, il giudice di legittimità è tenuto a dichiarare l'inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, ai sensi dell'art. 616 c.p.p., in considerazione dei profili di colpa relativi all'evidente inammissibilità dell'impugnazione.