Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19454 del 10 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:19454PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur potendo comportare l'utilizzo di espressioni anche aspre e polemiche, trova il suo limite nel rispetto dell'onore e della reputazione altrui. Pertanto, le dichiarazioni contenute in una lettera di licenziamento, anche se dirette a evidenziare i motivi del recesso, non integrano il reato di ingiuria qualora non emerga la volontà di ledere l'onore e il decoro del destinatario, ma piuttosto l'interesse a comunicare le ragioni del provvedimento adottato. Ciò in quanto il diritto di critica, pur non potendo essere esercitato in modo arbitrario e pretestuoso, consente l'utilizzo di espressioni anche dure e polemiche, purché siano strumentali alla finalità perseguita e non travalichi i limiti della continenza e della continua pertinenza. Inoltre, la successiva abrogazione del reato di ingiuria non fa venir meno la natura di illecito civile del medesimo fatto, con conseguente permanenza dell'interesse della parte offesa a ottenere il risarcimento del danno.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. MORELLI Frances - rel. Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS);
avverso la sentenza n. 4/2014 TRIBUNALE di ROMA, del 02/12/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/02/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCA MORELLI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Fimiani Pasquale, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio perche' il fatto non e' piu' previsto dalla legge quale reato;
udito, per la parte civile, Avv. (OMISSIS), in sostituzione avv. (OMISSIS);…

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