L'autorizzazione alla prosecuzione dell'attività estrattiva di una cava già in atto all'entrata in vigore della legge regionale n. 54 del 1985 può essere negata solo quando l'attività risulti in contrasto con i vincoli urbanistici, paesaggistici, idrogeologici ed archeologici derivanti da altre leggi nazionali o regionali. Pertanto, il mancato adempimento di obblighi di natura meramente burocratica, come la stipula di una convenzione con il Comune, non può costituire motivo di diniego dell'autorizzazione, la quale può essere negata unicamente per la sussistenza di uno dei predetti vincoli, la cui verifica spetta all'Amministrazione procedente. Inoltre, l'Amministrazione è tenuta a un obbligo di leale collaborazione nei confronti del soggetto interessato, anche qualora si tratti di una curatela fallimentare, al fine di consentire il superamento di eventuali ostacoli di natura burocratica. Infine, una volta accertata la sussistenza di un vincolo paesaggistico sull'area interessata dalla cava, l'autorizzazione alla prosecuzione dell'attività estrattiva deve essere negata, salvo il ricorso alla procedura di deroga prevista dalla legge.