Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38693 del 25 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:38693PEN

Massima

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Il ricorso avverso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere è inammissibile quando i motivi di impugnazione reiterano censure già proposte nel precedente grado di giudizio senza confrontarsi con le puntuali risposte date dal Tribunale, quando il preteso vizio di motivazione non può determinare l'inutilizzabilità dei decreti autorizzativi delle intercettazioni, quando si propone una questione di merito già esaminata dal Tribunale con ampia e logica motivazione, quando non è derivato alcun pregiudizio all'indagato dalla delimitazione dell'accusa e quando l'aggravante di cui al D.L. n. 152 del 1991, art. 7, è correttamente fondata sulle modalità impiegate per costringere la vittima a soggiacere all'estorsione, essendo tipiche dei gruppi criminali organizzati ed evocando la forza intimidatrice propria di un'associazione mafiosa. In tali casi, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma equa alla cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

BE. Ma. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza emessa il 3 maggio 2011 dal Tribunale di Lecce;

Udita la relazione svolta dal presidente ((omissis));

Udito il pubblico ministero, in persona del Sost. Procuratore Generale dott. FODARONI Giuseppina, che ha concluso per(inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

1. Con ordinanza del 3 maggio 2011 il Tribunale di Lecce confermava il provvedimento c…

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