Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13323 del 28 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:13323PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di truffa e bancarotta fraudolenta, con distrazione di beni e valori, è configurabile anche quando l'imputato, pur essendo formalmente titolare dell'impresa fallita, abbia svolto un ruolo marginale e sostanzialmente estraneo alle condotte delittuose, essendo stato utilizzato come mero prestanome inconsapevole da parte di altri concorrenti più esperti e navigati, purché abbia comunque compiuto atti di gestione e amministrazione dell'attività, affidando la contabilità a un ragioniere di fiducia e consegnando agli altri concorrenti strumenti idonei alla realizzazione delle truffe, come carnet di assegni già firmati. In tali casi, la posizione dell'imputato prestanome non può essere valutata in modo alternativo e incentrata sulla sua incapacità tecnica ed inesperienza, essendo sufficiente l'accertamento del suo contributo, anche se marginale, alla realizzazione del disegno criminoso, nonché della struttura organizzativa dell'associazione, ancorata al nome dell'impresa fallita e ai mezzi da essa assicurati per compiere un numero indeterminato di truffe. Inoltre, la prescrizione dei reati non può essere rilevata in sede di merito quando la condanna di primo grado sia intervenuta prima dell'entrata in vigore della novella legislativa che ha modificato la disciplina della prescrizione, essendo tale deduzione inammissibile come motivo di impugnazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) BA. RO. , N. IL (OMESSO);

2) BA. EM. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA CORTE APPELLO di PALERMO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. ROTELLA MARIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Iacoviello Francesco Mauro, che ha concluso per l'inammissibilita'.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRETTO

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