Il sequestro di persona a scopo di estorsione, caratterizzato dalla durata della segregazione della vittima, dalle minacce utilizzate e dalla forza intimidatrice derivante dall'azione di un gruppo numeroso di persone, integra un grave reato che giustifica il mantenimento della misura cautelare della custodia in carcere, non essendo la misura domiciliare idonea a fronteggiare il concreto pericolo di reiterazione della condotta criminosa. I gravi indizi di colpevolezza, desunti dalle concordi dichiarazioni della persona offesa, di suoi familiari e da servizi di osservazione di polizia giudiziaria, non possono essere riconsiderati in sede di riesame della misura cautelare, quando la richiesta di sostituzione non sia fondata sul venir meno degli indizi ma su profili strettamente cautelari. La valutazione della portata e del significato degli elementi probatori, come le dichiarazioni testimoniali, è sottratta al sindacato di legittimità della Corte di Cassazione, in assenza di manifeste carenze o incongruenze della motivazione.