Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel pronunciare la presente sentenza, afferma il principio secondo cui la pubblica amministrazione è responsabile ai sensi dell'art. 2043 c.c. per il danno ingiusto derivante dall'illegittimo esercizio dell'attività amministrativa o dal mancato esercizio di quella obbligatoria. Pertanto, qualora l'amministrazione adotti provvedimenti illegittimi che privino il privato del diritto di esercitare una funzione e di percepire i relativi compensi, sussiste la responsabilità aquiliana della stessa, a condizione che: i) vi sia un evento dannoso; ii) il danno sia qualificabile come ingiusto, in relazione alla sua incidenza su un interesse rilevante per l'ordinamento; iii) l'evento dannoso sia riferibile, sotto il profilo causale, ad una condotta della pubblica amministrazione; iv) il medesimo evento dannoso sia imputabile alla responsabilità della pubblica amministrazione anche sotto il profilo soggettivo del dolo o della colpa. In tali casi, il privato danneggiato ha diritto al risarcimento del danno patrimoniale subito, quantificato sulla base dei compensi non percepiti a causa dell'illegittima azione amministrativa, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi legali. Tuttavia, il danno curriculare derivante dal mancato completamento del triennio continuativo necessario per la progressione professionale non può essere risarcito qualora tale mancato completamento sia ascrivibile alla scelta del privato di rassegnare le proprie dimissioni.