Il linguaggio offensivo e il dileggio nei confronti di altri, anche in contesti di conflitto o dissenso, non trovano giustificazione e integrano il reato di ingiuria, non essendo ammissibile l'uso di espressioni offensive e denigratorie che ledono l'onore e il decoro della persona, a prescindere dalla sussistenza di un contrasto o di un battibecco. Il diritto di critica e di manifestazione del dissenso non può essere esercitato attraverso modalità che travalicano i limiti della continenza e della correttezza, dovendosi sempre contemperare l'esigenza di tutela della libertà di espressione con il rispetto della dignità altrui. Pertanto, l'utilizzo di epiteti ingiuriosi e denigratori, anche in contesti di conflitto, integra il reato di ingiuria, non essendo sufficiente a escludere la rilevanza penale il fatto che tali espressioni siano state pronunciate in un contesto di animato confronto o disaccordo. La tutela dell'onore e del decoro della persona prevale sul diritto di critica e di manifestazione del dissenso, qualora questo si esprima attraverso modalità offensive e lesive della dignità altrui.