Il diniego di condono edilizio è legittimo quando le opere abusive realizzate successivamente al 31 dicembre 1993 hanno comportato una sostanziale modifica dei caratteri dimensionali e tipologici dell'intervento, creando un organismo edilizio del tutto nuovo, non sanabile ai sensi della legge n. 724/1993. L'Amministrazione, in tali casi, non è tenuta a una motivazione particolarmente analitica, essendo l'interesse pubblico alla repressione degli abusi edilizi e al ripristino della legalità in re ipsa. L'ordinanza di demolizione che consegue al diniego di condono è parimenti legittima, anche in assenza di una puntuale indicazione delle opere abusive, quando la ricostruzione complessiva della vicenda consente di individuarle con sufficiente precisione. L'Amministrazione può, inoltre, legittimamente emettere più ordinanze di demolizione successive al diniego di condono, qualora le stesse sanzionino distinte porzioni dell'abuso accertato. Infine, l'accertata legittimità dell'operato dell'Amministrazione esclude la configurabilità di una responsabilità risarcitoria.