Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31507 del 26 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:31507PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione nei confronti di soggetti appartenenti ad associazioni di tipo mafioso deve essere fondato sulla concreta e attuale sussistenza di tale pericolosità, valutata alla luce di tutti gli elementi di fatto, con particolare riguardo al decorso di un apprezzabile periodo di tempo dall'ultimo fatto penalmente rilevante e all'esito positivo del percorso rieducativo intrapreso dal proposto durante la detenzione, idonei a dimostrare l'eventuale venir meno della pericolosità stessa. Il giudice è pertanto tenuto a verificare con specifica e adeguata motivazione la persistenza della pericolosità sociale del proposto, senza poter fare affidamento esclusivamente su pregresse condotte delittuose o sulla mera appartenenza a contesti criminali, ove siano intervenuti elementi che possano far presumere un effettivo ravvedimento e un concreto percorso di risocializzazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARCANO Domenico - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. TRONCI Andrea - rel. Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 20/05/2016 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANDREA TRONCI;
lette le conclusioni del PG, in persona del Sost. Dr. LUIGI BIRRITTERI, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Si duole (OMISSIS), con atto a propria firma, del provvedimento in data 20.0…

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