Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 33054 del 17 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:33054PEN

Massima

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La revoca della misura cautelare per sopravvenuta carenza di interesse determina l'inammissibilità del ricorso proposto avverso l'ordinanza che aveva escluso la sussistenza di una circostanza aggravante e sostituito la custodia in carcere con gli arresti domiciliari. Il principio di diritto è che il venir meno dell'interesse all'impugnazione, a seguito della cessazione degli effetti della misura cautelare, comporta l'inammissibilità del relativo ricorso, in quanto il provvedimento impugnato ha perso la sua attualità e rilevanza per il ricorrente. Tale principio si fonda sulla natura strumentale e provvisoria delle misure cautelari, il cui scopo è quello di assicurare l'esito del processo penale, e sulla conseguente perdita di interesse all'impugnazione quando la misura cautelare sia stata revocata. La massima si applica ogni qualvolta venga meno l'interesse all'impugnazione di un provvedimento cautelare a causa della cessazione dei suoi effetti, indipendentemente dalle specifiche circostanze del caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. BASSI A. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore della Repubblica del Tribunale di Catanzaro;
nei confronti di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/01/2018 del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SPINACI Sante, che ha rinunciato al ricorso per sopravvenuta carenza d'interesse; udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha conclus…

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