Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20926 del 16 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:20926PEN

Massima

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Il giudice della prevenzione, nell'applicare misure di prevenzione personali nei confronti di soggetti indiziati di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso, deve accertare l'attualità della pericolosità sociale del proposto, non potendosi limitare alla mera evocazione della presunzione semplice di stabilità del vincolo associativo. A tal fine, il giudice deve valutare specifici elementi di fatto, quali il livello di coinvolgimento del proposto nella pregressa attività del gruppo criminoso, la tendenza del gruppo di riferimento a mantenere intatta la sua capacità operativa, nonché l'eventuale manifestazione, da parte del proposto, di comportamenti denotanti l'abbandono delle logiche criminali in precedenza condivise. Ove la condanna per il reato di cui all'art. 416-bis c.p. non sia ancora definitiva, il giudice della prevenzione non può limitarsi a richiamarla, ma deve procedere ad una autonoma valutazione degli elementi probatori, confrontandosi con gli stessi per verificare la sussistenza dei presupposti che legittimano l'applicazione della misura. Inoltre, la motivazione sulla durata della misura di prevenzione e sugli altri provvedimenti accessori, come l'obbligo di soggiorno e la cauzione, deve essere adeguata e non meramente apparente, con onere di allegazione in capo al proposto in ordine all'impossibilità di provvedere al pagamento della cauzione per indisponibilità di mezzi economici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

Dott. DI NICOLA T. Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 28/10/2022 della Corte di appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. Calvanese Ersilia;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. Venegoni Andrea, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto in epigrafe indicato, la Corte di appello d…

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