Consiglio di Stato sentenza breve n. 3410 del 2017

ECLI:IT:CDS:2017:3410SENB

Massima

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La decadenza dall'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale popolare può essere legittimamente disposta dalla pubblica amministrazione qualora l'assegnatario non abiti stabilmente l'alloggio, lo ceda a terzi o lo abbandoni per un periodo superiore a sei mesi, senza aver previamente comunicato all'ente gestore gravi motivi di salute o altre giustificazioni che legittimino la sua assenza. L'amministrazione è tenuta a svolgere un'adeguata attività istruttoria, anche attraverso sopralluoghi e acquisizione di informazioni dai vicini, per accertare l'effettivo abbandono o cessione dell'alloggio da parte dell'assegnatario. Qualora tali presupposti siano riscontrati, il provvedimento di decadenza è legittimo anche in assenza di una preventiva comunicazione all'assegnatario delle risultanze istruttorie, purché sia garantito il suo diritto di difesa mediante la possibilità di impugnare il provvedimento finale. L'invalidità del procedimento di notificazione del provvedimento di decadenza non determina l'invalidità dell'atto stesso, ma può incidere solo sulla decorrenza del termine per l'impugnazione, qualora abbia impedito all'assegnatario di prenderne conoscenza. In ogni caso, l'assegnatario che abbia comunque avuto conoscenza del provvedimento e proposto tempestiva impugnazione non può eccepire vizi della notificazione.

Sentenza completa

Pubblicato il 11/07/2017

N. 03410/2017REG.PROV.COLL.

N. 03917/2017 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quinta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex artt. 38 e 60 cod. proc. amm.
sul ricorso numero di registro generale 3917 del 2017, proposto da:
Atef Khedr, rappresentato e difeso dall'avvocato Marco Ventura, domiciliato ex art. 25 cod. proc. amm., presso la segreteria del Consiglio di Stato, in Roma, piazza Capo di Ferro 13;

contro

Comune di Milano, in persona del sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Antonello Mandarano, Elisabetta D’Auria, Angela Bartolomeo, Anna Maria Moramarco e Giuseppe Lepore, con domicilio eletto presso lo studio di quest’ultimo, in Roma, via Polibio 15;

per la riforma

della sentenza del T.A.R. LOMBARDIA – MILANO, SEZIO…

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