Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla sig.ra Di Lullo avverso il diniego di rilascio del permesso di costruire in sanatoria e l'ordine di demolizione di alcune opere da essa realizzate, ha affermato il seguente principio di diritto: L'aumento di cubatura e la modifica della sagoma esterna di un edificio, realizzati senza il necessario permesso di costruire, non possono essere considerati meri "volumi tecnici" esclusi dal computo della volumetria abitativa. Tali opere, comportando un sensibile incremento della cubatura e un'evidente alterazione della sagoma originaria, non possono essere sanate mediante il rilascio di un permesso in sanatoria ai sensi dell'art. 36 del d.P.R. n. 380/2001, in quanto eccedono il limite del 2% previsto dall'art. 34-ter del d.l. n. 70/2011. Inoltre, la valutazione di compatibilità paesaggistica degli interventi, di competenza della Soprintendenza ai sensi del d.lgs. n. 42/2004, risulta irrilevante laddove le opere realizzate siano state ritenute ab origine abusive e non sanabili, in quanto in palese contrasto con la normativa urbanistica vigente. In tali casi, l'Amministrazione comunale è tenuta a disporre la demolizione degli abusi, senza che ciò possa essere considerato una conseguenza sproporzionata, salvo che non ricorrano specifici e motivati interessi pubblici alla conservazione del manufatto, come nel caso di accordi negoziali che prevedano obblighi del proprietario volti al miglioramento ambientale.