Il pubblico ufficiale che, nell'ambito di un progetto integrato territoriale finanziato con fondi pubblici, attesta falsamente fatti o circostanze al fine di ottenere l'approvazione e il finanziamento del progetto, nonché si appropria illecitamente di somme e mezzi in disponibilità dell'organismo pubblico, commette i reati di peculato e falsità ideologica in atti pubblici fidefacienti. Tali condotte, pur se realizzate anche in concorso tra più soggetti, sono punibili ai sensi degli artt. 314, 479 e 357 c.p., a prescindere dalla natura giuridica pubblica o privata attribuita all'organismo nell'ambito del quale i fatti sono commessi, essendo sufficiente che esso svolga funzioni pubbliche e gestisca fondi pubblici. Tuttavia, i reati di peculato e falsità ideologica in atti pubblici fidefacienti sono soggetti a prescrizione, la cui maturazione comporta l'obbligatoria declaratoria di estinzione del reato, anche in presenza di censure ai motivi di ricorso che, se accolte, condurrebbero ad un annullamento con rinvio al giudice di merito per un nuovo giudizio, il cui esito sarebbe comunque la pronuncia di estinzione per intervenuta prescrizione.