Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33595 del 1 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:33595PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini della applicazione di una misura cautelare, può essere desunto dalla modalità della condotta tenuta in occasione del fatto, dalla gravità dei reati contestati, dalle odiose e violente modalità operative, nonché dal contesto di vita e dalle convinzioni e atteggiamenti di gruppo dell'indagato, anche in assenza di precedenti penali, quando tali elementi rivelino una negativa soggettività e una concreta possibilità di commissione di ulteriori gravi reati, in particolare se ispirati da motivi di discriminazione razziale. In tali casi, la valutazione della possibilità di adottare una misura cautelare meno afflittiva deve tenere conto della connessione tra il tipo di condotta addebitata e il contesto di vita dell'indagato, che può impedire, allo stato, il ricongiungimento con un ambiente nel quale sono maturate le convinzioni e gli atteggiamenti che hanno portato alla commissione dei reati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. SI. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 10/12/2008 TRIB. LIBERTA' MINORI di ROMA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARMENINI ((omissis));

sentite le conclusioni del P.G. Dott. GIALANELLA Antonio, il quale ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 19.11.2008 il GIP presso il Tribunale per i minorenni di Roma disponeva la misura cautelare …

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