Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11861 del 10 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:11861PEN

Massima

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La presunzione relativa di persistenza delle esigenze cautelari connesse al reato di associazione mafiosa, di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p., può essere superata solo quando emergano, in modo obiettivo e concreto, elementi che dimostrino l'effettivo e irreversibile allontanamento dell'indagato dal gruppo criminale, non essendo sufficiente il mero decorso del tempo o il ruolo marginale rivestito dall'indagato all'interno dell'associazione, atteso che per tali reati vige una presunzione di adeguatezza della misura cautelare, salvo prova contraria. Il giudice, pertanto, nel valutare l'attualità e la concretezza delle esigenze cautelari, deve tenere conto della natura del reato contestato, della pena inflitta e dell'assenza di elementi che comprovino l'intervenuta dissociazione dell'indagato dal contesto criminale, senza che sia necessario motivare anche in ordine alla rilevanza del tempo trascorso dalla commissione del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - rel. Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale di Catanzaro del 19/7/2016;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Lucia Aielli;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Cuomo Luigi che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito l'avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'avv. (OMISSIS) che…

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