Il giudice di legittimità, nell'annullare senza rinvio la sentenza impugnata per intervenuta prescrizione del reato, afferma il principio secondo cui la notifica dell'estratto contumaciale e dell'avviso di deposito della sentenza di primo grado si perfeziona con il ricevimento della raccomandata da parte del destinatario e non già con il secondo accesso dell'ufficiale giudiziario presso il domicilio eletto, con la conseguenza che il termine per proporre impugnazione decorre da tale data e non da quella anticipata erroneamente ritenuta dalla corte di merito. Inoltre, il giudice precisa che, ai fini della declaratoria di prescrizione, il termine massimo di sette anni e sei mesi previsto per il furto aggravato non può essere ulteriormente aumentato in ragione della recidiva semplice contestata e riconosciuta all'imputato, in quanto tale circostanza aggravante non rientra nel paradigma normativo di cui all'art. 161, comma 2, c.p. che prevede l'aumento del termine prescrizionale.