Il conflitto di interessi di un condomino non esclude il computo dei suoi millesimi ai fini del raggiungimento del quorum costitutivo e deliberativo dell'assemblea condominiale. Le maggioranze necessarie per l'approvazione delle delibere assembleari devono essere calcolate con riferimento a tutti i condomini e al valore dell'intero edificio, senza poter escludere i condomini in potenziale conflitto di interesse. Ciò in ragione della peculiarità dell'istituto condominiale, in cui la gestione delle parti comuni è strumentale al godimento individuale delle proprietà esclusive, e del principio maggioritario, volto a tutelare i diritti dei singoli sulle parti comuni e a garantire il godimento delle unità immobiliari in proprietà solitaria. Pertanto, il voto espresso dal condomino in conflitto di interessi deve essere computato ai fini della validità della delibera, fermo restando il suo diritto di impugnazione. Le modifiche che mirano a potenziare o rendere più comodo il godimento della cosa comune, senza alterarne la consistenza materiale o la destinazione, non costituiscono innovazioni ai sensi dell'art. 1120 c.c.