Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15873 del 26 aprile 2022

ECLI:IT:CASS:2022:15873PEN

Massima

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La querela della persona offesa costituisce condizione di procedibilità per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, non essendo sufficiente la mera denuncia dei fatti. Pertanto, la semplice esposizione dei fatti da parte della persona offesa, senza l'espressa manifestazione della volontà di punizione, non integra il requisito della querela, rendendo l'azione penale improcedibile per difetto di tale condizione di procedibilità. La giurisprudenza di legittimità, pur riconoscendo che la volontà di punizione non richiede formule particolari e può essere desunta anche implicitamente, ritiene che, in caso di incertezza, debba comunque prevalere il "favor querelae", imponendo l'interpretazione più favorevole alla persona offesa. Conseguentemente, il giudice è tenuto a dichiarare l'improcedibilità dell'azione penale qualora la denuncia sporta dalla persona offesa non contenga elementi idonei a qualificarla come querela, non potendo in tal caso procedere nel merito dell'accusa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CRISCUOLO Anna - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 17/9/2021 dalla Corte di appello di L'Aquila;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione del Consigliere DI GERONIMO Paolo;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale VENEGONI Andrea, che ha chiesto l'annullamento senza rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello, in parziale riforma della sentenza di primo grado, assolveva l'imput…

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