Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39310 del 5 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:39310PEN

Massima

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Il ricorso per cassazione avverso un'ordinanza applicativa di misura cautelare personale è ammissibile solo per violazione di legge, che ricorre quando la motivazione del provvedimento impugnato sia del tutto mancante o assolutamente priva dei requisiti minimi di coerenza e completezza, tali da rendere impossibile la percezione delle ragioni che hanno giustificato l'adozione della misura. Pertanto, censure relative alla valutazione degli elementi indiziari o all'applicabilità di cause di giustificazione, pur se prospettate dal ricorrente, non rientrano nell'ambito del sindacato di legittimità, essendo riservate alla competenza del giudice di merito. Inoltre, il mancato rilascio al difensore delle registrazioni delle conversazioni intercettate, utilizzate ai fini dell'adozione della misura cautelare, non determina l'inefficacia dell'ordinanza, non pregiudicando i diritti della difesa, la quale può comunque ottenere copia del materiale e proporre eventuale domanda di revoca.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. DI TOMASSI M. Stefania - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CU. GI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 139/2010 GIP TRIBUNALE di TRANI, del 26/03/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

sentite le conclusioni del PG, Dott. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso;

udito il dif. del ricorrente Avv. ((omissis)) del foro di Roma che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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